Saga Principessa Chiara

Per ora appunti generici, vedremo cosa salta fuori!

Ah, dimenticavo! Cos’è questa cosa? Stufo di leggere libri di storie a mia figlia da anni inventavo storie e alcune erano collegato tra loro per oggetti e personaggi ma niente di particolare.
Ho avuto l’idea (grazie ad una utente di Twitter che si chiama Chiara come mia figlia… casualità!) di creare un mondo dove trame, personaggi, città, poteri, storie… potessero intrecciarsi e crescere (sìsì, una sorta di MCU :P). Grazie alla fantasia che non mi manca e agli passato come giocatore e master a D&D ogni sera invento un pezzettino a braccio, niente schemi…
Parte che Chiara lo adori, ormai mi chiede, fa supposizioni, cerca personaggi nuovi e aspetta il momento della nanna per sentire il nuovo pezzo della storia. Ammetto che a volte mi stupisce per come capisce dove voglio andare a parare e per alcuni ragionamenti (quello sulla presenza di più versioni di una persona contemporaneamente presenti mi ha lasciato senza parole).

Principessa Chiara (vive nel castello)

Cavaliere Luigi (capo delle guardie, vive in caserma)

Cavaliere Tommaso (monello, in gabbia ma uscito ed è entrato con Lilian in una specie di servizi segreti))

Mago Niki (buono, mago del regno, vive nella torre del regno)

Elfa Lilian (truffata da un malvagio al soldo di qualcuno, catturata e poi scagionata per averlo fatto arrestare… Rimane lì in città perché vuole vendicarsi)

Nano Alf: re del regno confinante, minatori di metallo mytril. Suo figlio AlfII ha controllato regno Chiara mentre lei era via.

Strega buona Vale, gemella di Chiara è andata a chiedere aiuto per non si sa cosa (strega cattiva in altro regno). Strega cattiva Giulia, studiano piano per attaccarla perché è forte: mago Niki e strega Vale da lontano, cavaliere Luigi e cavaliere del regno da vicino e poi arciere lancia freccia senza punta ma con pozione dell’inverso che fa diventare buoni i cattivi ma anche il contrario quindi attenti!
Ma la strega cattiva blocca la freccia al volo e pare avere la meglio ma la principessa Chiara estrae una bacchetta magica e fa rompere la fialetta… Principessa Chiara fa magia! Strega Cattiva Giulia diventa brava, festeggiano e…

…tornano al regno di Chiara ma non esiste più nulla, cercano castello dove Re e Regina sono in pensione ma anche lì nulla! Tutto sparito: castelli, palazzi, torri, caserme, militari, popolo, regnanti, servi… Per cercare soluzione provano dai nani dove tutto pare normale… vanno in biblioteca a leggere e trovano cosa interessante: era già successo prima!

Scoprono che si può far tornare tutto a posto con la magia della Fata dei due mondi che si trovo alla fine dell’arcobaleno. Trovano un arcobaleno ma non c’è allora provano a salirci e scoprono essere un ponte tra i due mondi. Vanno e la trovano, le spiegano la situazione ma lei non sa dove sia il tutto. Lo cercano e lo trovano (le persone tutte salve ma congelato quindi per oro non sarà successo nulla) e lo spostano nel mondo giusto. Sono tornati tutti a posto ma devono capire CHI è stato. Vanno al castello del Re e della Regina che ha un biblioteca ricchissima e…

…scoprono che era uno stregone cattivo che faceva queste cose in passato: lo stregone Ugo. Scoprono anche dove si trova e lo arrestano bloccandogli i poteri.

Pare che tutto sia tornato nella norma e ci sia tranquillità ma la gemella di Chiara (la strega Buona Vale) li avvisa che sta succedendo un disastro in un regno lontano. Vanno e scoprono che il Popolo del Nord sta litigando col Popolo del Sud, la guerra è terribile e stanno distruggendo tutto: se non si fermano anche il mondo verrà distrutto.
Decidono di tornare indietro nel tempo per fermarli ma gli serve il Fiore del Tempo: nasce ogni mattina come albero, poi diventa arbusto, poi fiore e poi seme. Va preso quando è fiore.
Lo fanno e tornano indietro nel tempo, di mischiano al popolo del nord e a quello del sud per vedere cosa succederà e vengono a sapere che alcuni del nord vogliono rubare i segni di stato del sud (spada e scudo d’oro).
Li fermano prima del furto e li fanno arrestare, tornano nel futuro ma… nulla è cambiato.
Allora tornano poco tempo prima stando attenti a non incrociare i loro stessi del primo viaggio e, indagando meglio, scoprono che c’era un secondo gruppo partito per il furto. Li fermano e tornano nel presente: adesso è tutto a posto, i due regno commerciano e vivono in pace.

Finalmente tutti partono per le meritate vacanze.

Esperimento (a)Social

Oggi, 17 febbraio 2019, ho staccato i miei account social: Facebook e Twitter. LinkedIn lo tengo, gli altri social anche ma non li uso mai (Instagram per dire). Vediamo se e come cambierà la mia vita!

GIORNO 1

La disattivazione l’ho fatta stamattina. Qualche cambiamento l’ho già visto: direi due in particolare.
Il primo (ovvio) è che ho passato meno tempo al cell/PC soprattutto mentre facevo altre attività: di norma mentre ero in stand-by ero sui social facendo diventare l’attività primaria in background (es: momento relax con mia figlia che guarda un cartone, io sono lì a far nulla e leggo Facebook… oggi ero lì e ho guardato il cartone con lei).
Il secondo forse è altrettanto ovvio ma non ci avevo mai pensato: molte cose che mi capitano o che penso finiscono sui social… penso o mi succede qualcosa e subito viene il “ora lo scrivo su Facebook/Twitter”. Oggi mi è successo parecchie volte e mi ha fatto capire che sono legato ai social più di quel che pensassi…

Resisterò lontano dai social? Vedremo…

Ah, c’è una terza cosa: sono tornato a scrivere qui dopo più di un anno 😛

L’amore ma non quello banale…

Oggi è San Valentino e voglio ricordare un grande amore… mia moglie? Banale.
Mia figlia? Banalissimo! Una ex? Banale e fuori luogo…

Era un giorno del 1990, non ricordo con precisione… Ero a casa di una tal Emma M. amica di mia mamma e “giocavo” con la figlia (Barbara di qualche anno più grande di me, la ricordo molto carina ma andiamo OT) e col gatto tutto nero di nome CQ (ciqu o cicu o chissà)… quando su un tavolino vedo lui, bello, intrigante e chiedo di poterci “giocare!

Lui, un AMSTRAD CPC464:
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Inizio a giocarci guardando, imparo a caricare i giochi e, da quel momento, quando andavo dalla Emma cercavo sempre di giocarci: giochi preferiti Black&White un gioco di scacchi (e uno platform di cui non ricordo quasi nulla).

Un giorno i miei hanno l’occasione di comprarlo e me lo porto a casa… non c’è molto da fare ma monta il Basic 1.0 e in 5a elementare (quindi qui sono certo dell’anno: 1991) scrivo (scopiazzo, vabbeh come adesso!) il mio primo programmino: un calendario perpetuo…

Da lì nasce qualcosa: io posso creare, io posso scrivere codice che mi agevola nelle operazioni con calcoli ripetitivi, lo comando io! Fa esattamente quel che gli dico: se non lo fa è perché ho sbagliato io e non perché gli sono antipatico o altre cose simili…

Dovrò attendere fino al 1995 per un vero PC (un P90, 8MB di RAM e 850MB di disco) che ho praticamente scelto al posto del classico motorino che si prende a 14 anni… Da lì non mi sono mai più staccato dai PC: ai tempi hardware e software, ora solo sviluppo software e già faccio fatica a starci dietro 😀

Il calcio…

L’Italia non andrà ai mondiali di Russia 2018… chissenefrega: non mi viene in tasca nulla, non mi cambia la vita, ho tante alte priorità…

Però…
Ricordo (poco, molto molto poco) i Mondiali del 1986 in Messico, ricordo solo un asciugamano con la mascotte dei mondiali che ancora conservo…
Ricordo i Mondiali del 1990 in Italia, il Ciao, le notti magiche, Schillaci, il terzo posto…
Ricordo i Mondiali del 1994 in USA, Baggio, la Nigeria, Baresi e quei maledetti rigori e il secondo posto… ammetto di aver versato qualche lacrima: ero giovane ok…
Ricordo i Mondiali del 1998 in Francia, i maledetti rigori, Ronaldo…
Ricordo i Mondiali del 2002 in Corea del Sud/Giappone, la rivincita di Ronaldo, il figlio di troXX Moreno…
Ricordo i Mondiali del 2006 in Germania, la cavalcata, la sfida con la Germania vinta 0-2 (*), Zidane, la testata, Materazzi…
Ricordo, purtroppo, Sud Africa 2010 e Brasile 2014, le due figure di merda, il Brasile massacrato…

Ecco, nel 2018, mi mancheranno: oltre alle partite dell’Italia sono belli perché c’è il tifo, sono colorati, sai che tutto il mondo sta osservando lo stesso evento e “tu” ci partecipi… Senza l’Italia li seguirò ugualmente, tiferò per altre squadre ma non sarà lo stesso.

(*)  Curiosamente le due partite che più mi son rimaste dentro sono contro squadre tedesche e tutte e due vinte 0-2, Germania-Italia del 2006 e Bayern Monaco-Inter del 2010…

“Esistono sterminati campi dove i polli non nascono, vengono coltivati”

Piccola prefazioni triste:
Durante la quarta superiore mio padre rimase in mobilità ed essendo l’unico stipendio eravamo un po’ alle strette economicamente! Trovò così come “lavoro” quello di andare a raccogliere i polli e io, intravista la possibilità di fare 2 soldi, mi aggregai!

Il lavoro:
ci sono sterminati capannoni (grazie Fabio) dove i polli sono allevati a terra (così possono dirlo!) ma stanno piuttosto compressi e SEMPRE SVEGLI: di giorno c’è il sole mentre di notte accendono le luci. Stanno sempre svegli così mangiano di più e ingrassano in fretta.

Per essere trasportati vengono prelevati e messi nei camion nelle varie cellette: come farli salire? E qui entrano in gioco i “raccoglitori”! Verso mezzanotte si va davanti ai capannoni, vengono spente le luci e di botto si vedono 2-3-5 mila polli addormentarsi in tempo reale! A quel punto si entra e se ne prendono (da una zampa) 3 per mano (polli adulti da macello non è poca roba… e alla lunga è massacrante, meglio i pulcini per gli antibiotici), si passano a chi carica il camion e a carico finito si va a casa. 2-3 ore quindi fino alle 2-3 di notte, poi si torna a casa, doccia e alle 6 sveglia per scuola! L’ho fatto per poco tempo un po’ di sere a settimana perché tra fatica e pochissime ore di sonno…

Triste? Sì, dopo 20 anni ancora ci penso 😦

 

La citazione del titolo… credo sia ovvia 😀

“Oops!… I Did It Again” (cambio lavoro… di nuovo!)

L’8 settembre 2015 pubblicavo l’articolo in cui spiegavo il perché del mio cambio lavoro (lo trovate qui nel caso)… e ora di rifarlo 😛

Come allora mi rifaccio la stessa domanda: perché cambiare? Anche adesso la decisione è maturata in 6-7 mesi e non è stata una decisione al volo…

Non variano i miei quattro pilastri fondamentali di cui parlavo allora (l’avanguardia tecnologica, la possibilità di un consolidamento della carriera, il fattore economico e, il rapporto umano) ma, evidentemente, qualcosa è cambiato nella visione del lavoro che ho adesso…

Dividerei le motivazioni della scelta in due parti fondamentali:

* le cose che mi mancano:
– il gestionale! Incredibile ma ho scoperto che tutto il mondo ERP e MES mi piacevano un botto… me ne ero accorto da subito ma non pensavo 🙂
– mi manca, poi, una posizione che mi permetta di seguire a 360° i progetti dal contatto con il cliente fino alla messa in produzione gestendo, sarebbe l’ideale, altre figure professionali per raggiungere e rispettare le consegne

* le cose che non mi piacciono:
– il lavoro in sé non lo trovo stimolante (un po’ l’ambito bancario, un po’ il lavorare senza nulla di tangibile (difficile spiegare a chi è fuori dall’ambiente))
– la suite di prodotti su cui sviluppo è fatta in una maniera che, spiego con termini facili, non mi piace. Lavoro ma non mi diverto, mi faccio trascinare dalle cose…
– ho poca visione dei progetti… ci sta: progetti grossi, tanti sviluppatori e quindi vedi solo un pezzettino

Ho quindi iniziato (pigramente) a guardarmi intorno quando vedo un’annuncio (su LinkedIn) di un posto interessante in ambito MES praticamente dietro casa! Mi sono candidato (il profilo era esattamente il mio: almeno 4 chiacchiere dovevo andare a farle!) e mi ha convinto il progetto più che altro (certo, RAL e vicinanza aiutano!): è rischioso perché stanno aprendo un nuovo ramo aziendale MES e io sarò il software engineer del nuovo settore (chiaramente coordinato da chi di dovere). Tutto sarà “nuovo” e fatto da zero e sarò il responsabile di questo ramo (a livello di analisi e programmazione), ho già fatto una piccola riunione dove ho già preso alcune decisioni tecniche di base :).

Non è, ovviamente, tutto rose e fiori: ci sono già scadenze impellenti quindi dovrò iniziare subito bene e imbastire le cose nel miglior modo possibile per poi proseguire meglio e per introdurre nuove persone senza avere un enorme gap tecnico da superare.

Piccole note per i non addetti!
ERP: “Enterprise resource planning (letteralmente “pianificazione delle risorse d’impresa” è un sistema di gestione che integra tutti i processi di business rilevanti di un’azienda (vendite, acquisti, gestione magazzino, contabilità etc.)”
MES: “Manufacturing Execution System: si indica un sistema informatizzato che ha la principale funzione di gestire e controllare la funzione produttiva di un’azienda. La gestione coinvolge il dispaccio degli ordini, gli avanzamenti in quantità e tempo, il versamento a magazzino, nonché il collegamento diretto ai macchinari per dedurre informazioni utili ad integrare l’esecuzione della produzione come a produrre informazioni per il controllo della produzione stessa.”

La balla dell’uguaglianza! Principessa o scienziata?

Piccola nota: da oggi ho svincolato i miei account… spero di sentirmi più libero nello scrivere! Questo vuol essere un mio lascito digitale e se non scrivo…

Prendo spunto da questa immagine per un pensiero ricorrente ormai da mesi:

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Il significato è chiaro e, se vogliamo, anche corretto ma… no. No, no e no!
Secondo me dovrebbe voler essere una principessa (come giusto che sia a quell’età e anche dopo magari). Ciò che occorre insegnare è che la principessa può essere scienziata, manager, calciatrice, imprenditrice, lottatrice…

Qui prendo il largo verso un discorso molto più generale.
Finché ci racconteremo la balla per cui le donne sono uguali agli uomini, gli omosessuali sono uguali agli etero, i neri sono uguali ai bianchi, … non faremo altro che sottolineare una diversità cercando di coprirla mettendo la testa sotto alla sabbia. Le donne sono diverse dagli uomini così come sono diversi gli omosessuali dagli etero o i neri dai bianchi…: e allora? Ciò che è importante capire, fare nostro e poi insegnare è che la diversità non è un male ma ci caratterizza. Ognuno è un essere vivente unico, con pregi e difetti, con la propria dignità, i propri sogni, le proprie idee e la propria voglia di vivere la vita nel miglior modo possibile.

Secondo me la disuguaglianza finirà quando sarà sdoganata, quando ci convinceremo che c’è, che è normale, che l’ignoto/diverso non deve fare paura ma che è normale e magari può insegnarci qualcosa. Solo allora la disuguaglianza non sarà più un problema… non basta coprirla con un leggero velo di (finta) “uguaglianza”.

Se qualcuno leggesse e volesse dire qualcosa (anche crocifiggermi in sala mensa…) fate pure nei commenti: non siate volgari e pubblicherò tutto 🙂

Netiquette ovvero come comportarsi in rete

Nella vita REALE, quella di tutti i giorni, tutti quanti (più o meno) sappiamo come comportarci ma nella rete tiriamo fuori il peggio di noi senza badare alla forma. Non è un problema degli ultimi anni ma se ne parla da decenni, la risposta è la NETIQUETTE.

Wikipedia riporta (qui):
<<È un insieme di regole che disciplinano il comportamento di un utente di Internet nel rapportarsi agli altri utenti attraverso risorse come newsgroup, mailing list, forum, blog, reti sociali o email in genere Il rispetto della netiquette non è imposto da alcuna legge.>>

<<La netiquette è l’insieme delle regole che dettano i parametri di educazione e buon comportamento (dal francese etiquette) sulla Rete (dall’inglese net), è’, cioè, sinonimo di buon comportamento quando si usa internet, una pratica che è spesso dimenticata dalle schiere di nuovi digitalizzati che hanno cominciato a scrivere su web negli ultimi anni.
La conoscenza della netiquette è importante perché seguire le linee guida per un comportamento accettabile, rende la rete un luogo più piacevole per tutti gli utenti.
>> (Katia Gianquinto, vedi sotto)

Non è imposto ma è buona norma rispettare alcune regole, in breve:

  1. Scrivi correttamente: attento ad ortografia e punteggiatura. Tutti vedono quello che scrivi e non ci fai una bella figura se sembra che tu non abbia finito le scuole dell’obbligo (leggi il messaggio tre volte prima di pubblicarlo).
  2. Non essere troppo duro con chi commette errori: è sgarbato farglielo notare e poi ci sono modi e modi…
  3. Non scrivere con caratteri MAIUSCOLI: su web, per convenzione, equivale ad URLARE.
  4. Usa le faccine per dare il tono a quello che stai scrivendo: spesso può rischiare di essere travisato.
  5. Non pubblicare informazioni personali e dati sensibili di altri utenti.
  6. La timeline di un social network NON è il tuo spazio privato per inserire pubblicità dei tuoi prodotti.
  7. Richiedi il consenso prima di taggare gli altri su foto o video.
  8. Non pubblicare foto che potrebbero mettere in imbarazzo un altro utente.
  9. Se pubblichi testi, foto o video provenienti da altri siti web cita la fonte. Meglio se metti un link per rendere raggiungibile la fonte.
  10. Non  offendere gli altri, non utilizzare termini denigratori, maleducati o inappropriati: un linguaggio blasfemo non viene tollerato da nessuno.
  11. Non pubblicare post che contengono abusi personali, parole d’odio e di pregiudizio, inclusa ogni forma di discriminazione razziale, religiosa, sessuale: Il bullismo digitale viene penalizzato dagli utenti e dagli stessi social media (spam).
  12. Quando lasci un commento, rispetta i valori, il credo e i sentimenti degli altri, non attaccare a livello personale gli autori degli articoli pubblicati. Se non si è d’accordo con il parere di chi scrive o il suo stile di scrittura, si può esprimere la propria posizione in modo rispettoso. 
  13. Se “entri” in una discussione fallo per portare un valore aggiunto, scrivi qualcosa che abbia senso all’interno di quella discussione e non per accendere litigi e offendere.
  14. Non invitare in massa i tuoi contatti ad applicazioni, giochi, pagine: seleziona quelli che potrebbero essere realmente interessate.
  15. Usa gli hashtag in modo corretto (ne basta uno!) per rendere facilmente rintracciabile quello che scrivi per chi è interessato ad un particolare argomento.

    (FONTE: estratto da un articolo di Katia Gianquinto che trovate qui)

Canzoni per bambini

Ascoltando con Chiara le canzoni per bimbi riesco a sentire le versioni italiane e inglesi. Una canzone in particolare mi ha sempre lasciato perplesso in italiano, “Five little monkeys” ovvero “Cinque scimmiette“.

In italiano è terribile:
<<Cinque scimmiette saltavano sul letto
Una cadde giù e si ruppe il cervelletto
La mamma chiama il dottore, il dottore ha detto
Niente più scimmiette che saltano sul letto>>

Rompersi il cervelletto? Ma siamo pazzi? Non ho mai capito la violenza della cosa se non la rima…

In inglese è decisamente meglio:
<<Five little monkeys jumping on the bed
One fell off and bumped his head
Mama called the doctor,
And the doctor said
No more monkeys jumping on the bed>>

la scimmietta sbatte la testa 😀

Ah, il medico è decisamente un luminare dato che come cura dice solo “niente più scimmiette che saltano sul letto”… peggio dell’omeopatia 😀

Il kit del perfetto pendolante

Per il ritorno al lavoro dalle ferie (già… finite!) mi ritrovo a fare lo zaino. Già che ci sono faccio ordine e ne approfitto per descrivere il mio kit del perfetto pendolare!
Vado in ordine da sinistra a destra dell’immagine:

  • occhiali da sole
  • portafoglio con (tra le altre cose):
    • abbonamento del treno
    • biglietti metropolitana (normalmente non li uso ma ne ho 2 si scorta)
    • biglietti trano cambio classe (prendo il II classe ma mi capita ogni tanto di prendere il diretto quindi ne ho 2 di scorta)
  • chiavi di casa
  • chiavi della macchina
  • chiavi dell’ufficio, della cassettiera e della macchinetta del caffè
  • pacchetti di fazzoletti (mediamente 4… tra allergia e raffreddori…)
  • alimentatore per Nexus 5x e iPhone 6S (1 da muro e 2 cavi)
  • pashmina (solo d’estate per l’aria condizionata in treno)
  • accendino (non fumo ma non si sa mai)
  • coltellino svizzero Victorinox
  • occhiali da vista (senza vedo in bassa definizione :P)
  • carta e penna
  • Pendrive
  • microcuffie
  • borsellino con:
    • colirio antistaminico
    • antistaminici
    • momendol (o similari per la cervicale)
    • Alka-Seltzer
    • cerotti
    • forbicina
    • stuzzicadenti
  • ombrello

Completano il kit gli oggetti che tengo fissi in ufficio:

  • calze di ricambio
  • tanti fazzoletti di carta (ne compro 20/30 per volta)
  • forbici serie